Fortezza, presto i fiorentini potranno diventarne padroni e non lasciarla più solo a fiere, congressi ed eventi, per i quali tuttavia diventerà uno dei poli più richiesti del mondo, secondo i proprietari dell’immobile (Regione, Comune, Metrocitta e Camera di Commercio) che ieri hanno verificato il procedere dell’accordo di programma da 68.366.667 milioni, da loro firmato nel 2019 per dare esecuzione ai lavori del piano di recupero fino al 2025.

Il recupero del camminamento sui bastioni è stato il primo passo, la prima fase è terminata, la seconda si sta avviando, i cittadini potranno passeggiarci sopra lungo tutto il perimetro della Fortezza. Ci si potrà salire, oltre che da scale e ascensore, anche dalla lunga rampa che a lato del futuro nuovo padiglione Bellavista porterà all’inizio del percorso aereo accessibile così anche alle carrozzelle. Il tetto sarà ricoperto da un giardino attraversato dal sentiero che continua sui camminamenti dei bastioni: uno dei giardini, quello del Bellavista che, come quelli che nasceranno sui padiglioni Cavaniglia e Spadolini, serviranno di raccordo dove il camminamento manca.

Vediamo gli altri interventi illustrati dal rup (responsabile unico del procedimento) Giorgio Caselli, di fronte al presidente della Regione Eugenio Giani, il sindaco Dario Nardella, il presidente di Firenze Fiera, Lorenzo Becattini che parla, approvato da Giani, di una ricapitalizzazione, Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di commercio che ha permesso l’avvio dell’operazione con oltre 48 milioni, oltre ai 20 milioni e passa del Patto per Firenze.
Tra i padiglioni nuovi o da restaurare, il primo sarà il Bellavista da costruire per 19.800.000 euro e 4.463 metri quadrati su tre piani all’entra della Fortezza, con caffetteria al piano interrato, 2.381 metri quadri di sala congressuale-espositiva a terra e gli impianti al primo piano, partendo nel gennaio 2023 e finendo a luglio 2024. Con una nuova sala congressi da 2.500 posti modulabile anche per iniziative più piccole e utilizzabile anche per attività espositive.

Una capienza che, soprattutto se unita agli 800 posti del Palacongressi, ai mille e cento dell’Auditorium del Maggio e al restaurato Palaffari che riaprirà a fine maggio, “assicurerà a Firenze i più grandi congressi i d l d l l di liinternazionali che ora non possiamo intercettare”, sottolinea Nardella. Dopodiché, a giugno partirà la progettazione del restauro del centrale padiglione Spadolini, tra luglio 2023 e agosto 2024 si restaurerà il padiglione Machiavelli, da luglio 2024 ad agosto 2025 il Cavaniglia su progetto di Stefano Boeri. Un piano di recupero da 140 milioni, ma si fa per dire, spiega Bassilichi, “perché la Fortezza sarà sempre un work in progress in cui Firenze Fiera, messa in grado di lavorare meglio ogni volta che verrà consegnato un padiglione nuovo o restaurato, reinvestirà via via gli utili”.

Così la Fortezza del Sangallo, simbolo del tardo rinascimento italiano, si appresta a diventare anche il simbolo della modernità cittadina. Nardella lo definisce “uno snodo decisivo per Firenze”, un “polo polifunzionale gioiello d’arte e bellezza in pieno centro, ma anche l’unico in Italia raggiungibile a piedi in 5 minuti dalla stazione a 20 minuti di tram dall’aeroporto. Sarà il polo fieristico-congressuale più importante del centro Italia dopo Roma”. Per Giani sarà “la vetrina di Firenze e della Toscana che permetterà un vero salto di qualità fieristica e congressuale ma anche un bell’angolo di città”. Bassilichi spiega che “la Camera di commercio ha fatto l’investimento più grande della sua storia perché convinta che l’attività fieristica congressuale sia un motore di crescita per Firenze e la Toscana” .

Becattini sottolinea che “i lavori procederanno in modo da non impedire mai l’attività di Firenze Fiera” di cui ricorda di “stare avviando un disegno di potenziamento attraverso la ricerca di altri azionisti, e per intercettarli la ristrutturazione della Fortezza e la prossima apertura del Palaffari rappresenteranno elementi di assoluta competitività” .

Leggi l’articolo Un nuovo padiglione, giardini e vialetti: così la Fortezza scommette sul futuro – la Repubblica